Montefiascone
Fine pena mai prosegue il Cinema di piazza
Montefiascone, mercoledì 30 luglio 2008. La lunga Sezione della MARATONA CORTI - che ha coinvolto Est Film Festival nelle giornate di lunedì 28 e martedì 29 luglio, con ben 25 proiezioni di cortometraggi - è terminata ieri pomeriggio, lasciando il posto, ieri sera, nell'arena estiva di Piazzale Frigo alla Competizione ufficiale che ha visto protagonisti sul palco i due giovani registi Davide Barletti e Lorenzo Conte a presentare FINE PENA MAI, loro ultimo lavoro su grande schermo.
"Un film tratto da un libro, testimonianza di una storia vera: quella di Antonio Perrone" - così hanno raccontato ieri sera dopo la proiezione del film i due registi. A dar volto al protagonista, l'attore Claudio Santamaria che rivive nella pellicola i 13 anni che Perrone ha trascorso duramente in carcere, sotto regime di 41bis, dopo essere stato colpevolizzato di associazione mafiosa e traffico di stupefacenti. Un tema importante e impenativo dunque quello raccontato ieri sera, ma il pubblico di Montefiascone è accorso numeroso segnando più di 400 presenze e dimostrando così che la risposta verso un'Iniziativa culturale e gratuita non può che essere positiva.
"La sfida era di fare un film che raccontasse la mafia ma si fondasse anche sull'aspetto profondamente umano del protagonista" - racconta Davide Barletti che ha proseguito così: "la storia è quella di un boss di secondo livello, con tutte le sue debolezze e paure". "Quello che più ci interessava", gli fa eco Lorenzo Conte - "era di fare un film in cui buoni e cattivi non fossero così nettamente separati". Le difficoltà nella lavorazione sono state rilevanti, prosegue Barletti: "fare un film su una persona viva e in un luogo dove questa persona aveva commesso delle gravi offese ai suoi abitanti, è stato duro".
"Ma nonostante le difficoltà" - fa riflettere Riccardo Rizzo della Direzione artistica - "è insolito per un'opera prima avere avuto alle spalle una distribuzione così importante come la Mikado". "Sicuramente è legata alla presenza di Claudio Santamaria" - spiega Lorenzo Conte - "anche se credo che le facce giuste non bastano. Il merito" - conclude - "è dovuto in gran parte all'apporto di Amedeo Pagani, come produttore, che si è appassionato al soggetto e ha voluto sperimentare con noi". Una testimonianza, quella dei due registi, che sembra far ben sperare.
"Un film tratto da un libro, testimonianza di una storia vera: quella di Antonio Perrone" - così hanno raccontato ieri sera dopo la proiezione del film i due registi. A dar volto al protagonista, l'attore Claudio Santamaria che rivive nella pellicola i 13 anni che Perrone ha trascorso duramente in carcere, sotto regime di 41bis, dopo essere stato colpevolizzato di associazione mafiosa e traffico di stupefacenti. Un tema importante e impenativo dunque quello raccontato ieri sera, ma il pubblico di Montefiascone è accorso numeroso segnando più di 400 presenze e dimostrando così che la risposta verso un'Iniziativa culturale e gratuita non può che essere positiva.
"La sfida era di fare un film che raccontasse la mafia ma si fondasse anche sull'aspetto profondamente umano del protagonista" - racconta Davide Barletti che ha proseguito così: "la storia è quella di un boss di secondo livello, con tutte le sue debolezze e paure". "Quello che più ci interessava", gli fa eco Lorenzo Conte - "era di fare un film in cui buoni e cattivi non fossero così nettamente separati". Le difficoltà nella lavorazione sono state rilevanti, prosegue Barletti: "fare un film su una persona viva e in un luogo dove questa persona aveva commesso delle gravi offese ai suoi abitanti, è stato duro".
"Ma nonostante le difficoltà" - fa riflettere Riccardo Rizzo della Direzione artistica - "è insolito per un'opera prima avere avuto alle spalle una distribuzione così importante come la Mikado". "Sicuramente è legata alla presenza di Claudio Santamaria" - spiega Lorenzo Conte - "anche se credo che le facce giuste non bastano. Il merito" - conclude - "è dovuto in gran parte all'apporto di Amedeo Pagani, come produttore, che si è appassionato al soggetto e ha voluto sperimentare con noi". Una testimonianza, quella dei due registi, che sembra far ben sperare.