Montefiascone

Con Amnesty contro la pena di morte

Montefiascone, domenica 27 luglio. Dopo la Conferenza inaugurale di ieri alla Rocca dei Papi - teatro di numerosi appuntamenti per l'intera settimana che proseguirà fino al 2 agosto - è stato proiettato questa mattina, come Evento Speciale nell'ambito di Est Film Festival, il documentario di Marc Evans, Tutta la mia vita in prigione, patrocinato da Amnesty International che riconferma così la sua stretta collaborazione con il Cinema.

Dopo i numerosi interventi di ieri in Conferenza, da Giulia Rodano, Assessore alla Cultura della Regione Lazio; Alessandro Mazzoli, Presidente della Provincia di Viterbo; Fernando Fumagalli, Sindaco di Montefiascone; Lino Pompili, Presidente di Artigiancassa (Main Partner); Stefano Flemma, per Italiana Assicurazioni (Official Partner); Riccardo Noury, Direttore della Comunicazione per Amnesty International; Riccardo Rizzo e Vaniel Maestosi della Direzione Artistica Est Film Festival, si è espresso Giuliano Montaldo, chiamato sul palco dopo la proiezione del suo ultimo film, I DEMONI DI SAN PIETROBURGO.

"Vedere dei giovani che si applicano con questa passione nel cercare di creare qualcosa di utile è fondamentale e ammirevole in un momento in cui c'è una così grande disinformazione" - ha affermato Montaldo. "Ci si deve rendere conto che i giovani non vanno solo a ballare ma che ci sono ragazzi che pensano e capiscono qual è il peso e l'importanza che assume la diffusione della cultura nella società. E questi giovani organizzatori sono tra quelli. Questo Festival"- ha proseguito - "è una sorta di risarcimento per tutti quei lavori che purtroppo oggi non trovano visibilità in sala".

La stessa importante visibilità di cui si è discusso nell'incontro di stamattina che sta cercando Tutta la mia vita in prigione, ispirato al libro di memorie In diretta dal braccio della morte di Mumia Abu-Jamal, edito dalla Fandango Libri.

Ad introdurre la proiezione, Riccardo Noury, Direttore della Comunicazione per Amnesty International, per far luce su 26 anni di vita nel braccio della morte del giornalista di colore americano Mumia Abu-Jamal. "Non avremmo mai immaginato l'attualità di questa proiezione", spiega Noury. "Questa mattina in Iran ci sono state 29 esecuzioni da parte di un governo che usa la pena di morte per tenere a bada le persone". In quel Paese, ha continuato "c'è una situazione pessima perché tra i condannati ci sono oltre che politici, anche bambini che hanno commesso il reato prima della maggiore età e donne adultere". "Un governo" - ha affermato Noury - "che rappresenta una vera e propria minaccia per i suoi cittadini".

Nel documentario - proiettato in anteprima alla II edizione di Cinema. Festa Internazionale del Cinema di Roma (Sezione Extra) - "la pena di morte è ambientata in America ma oggi l'Iran ci insegna che è un tema fortemente attuale".

Nel 1968, all'età di 14 anni, Mumia Abu-Jamal fu arrestato a Philadelphia per aver protestato contro il Partito Democratico. Già da giovanissimo Abu-Jamal entra a far parte delle "Pantere Nere" appoggiandone appieno il loro obiettivo di mobilitare un moto di liberazione degli afroamericani, fino ad allora vittime di discriminazioni a livello sociale e politico.

In seguito iniziò a lavorare in radio, dove venne ribattezzato "la voce dei senza voce" per la forte critica mossa verso la corruzione delle cariche politiche e della polizia.

Quando nel 1981, in seguito ad una sparatoria dove rimase gravemente ferito, fu accusato dell'omicidio di un poliziotto - Abu-Jamal venne condannato a morte, nonostante prove discordanti a suo carico - diventando così un simbolo di lotta, e conquistando man mano un coinvolgimento della causa a livello mondiale.

Il 27 marzo 2008 - grazie al sostegno di Amnesty international - la corte federale d'appello di Philadelphia ha annullato la sua condanna, ma non l'accusa di colpevolezza. Se il processo non viene riaperto Abu-Jamal può rischiare di rimanere "tutta la sua vita in prigione".

Ricordiamo che questa seconda giornata di Festival proseguirà nel pomeriggio, 17.30, con la proiezione nella Rocca del film Il nascondiglio di Pupi Avati (Sezione ELITE - Incontri con gli autori) che prenderà parte al dibattito con il pubblico in sala dopo il film.

Questa sera inoltre, alle 22.00 in Piazzale Frigo, il film Riparo di Marco Simon Puccioni aprirà la Sezione IN CONCORSO, che ribadirà l'obiettivo del Festival di creare un dibattito appassionante e costruttivo con gli spettatori.

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